PEGGIO DELL'URAGANO MITCH. SALE DI ORA IN ORA IL DRAMMATICO BILANCIO DELLE VITTIME E DEI DISPERSI

09 ottobre 2005

8 e 9 ottobre - Ogni minuto che passa il bilancio dei danni, dei dispersi e delle vittime si fa sempre più grave, anche perchè le condizioni climatiche non stanno significativamente migliorando e le vie di comunicazione, in gran parte distrutte, non consentono di portare i soccorsi in modo adeguato.
Diverse strade sono completamente impraticabili e molti ponti sono crollati. Il triste primato delle vittime non appartiene più a Santiago Atitlàn, che pure resta una delle zone più colpite, ma al dipartimento di San Marcos dove nel villaggio di Tacanà, la scorsa notte si è verificata un'immane tragedia quando una valanga di fango ha fatto 213 morti.
Il bilancio ufficiale dei morti accertati, al momento in cui scriviamo è di 509 vittime,oltre a decine di migliaia di senza tetto e un numero ancora imprecisato di dispersi.Queste stime, purtroppo destinate ad essere aggiornate in senso peggiorativo, connotano gli eventi di questi giorni, correlati all'uragano Stan, come peggiori rispetto ai danni spaventosi che fece l'uragano Mitch alla fine degli anni '90. Diversi dei nostri contatti in Guatemala riescono a darci notizie di prima mano.
L'amica Dott.ssa Ana Sojuel, da Santiago Atitlàn, ci segnala una situazione gravissima dal punto di vista alimentare, abitativo e sanitario, così come altre persone ed organizzazioni di nostra conoscenza lanciano appelli per l'invio di aiuti. Da Yepocapa, Giancarlo ci scrive che la situazione, pur particolarmente critica, non ha le punte di gravità estrema di altre zone: manca l'acqua potabile (si sta utilizzando l'acqua piovana), molte case sono crollate e il paese è tutt'ora completamente isolato, ma la vita quotidiana sta riprendendo.
"Rekko 7" si sta occupando di fornire tre pasti al giorno alle centocinquanta persone provvisoriamente ospitate nella palestra della scuola. Sembra che vi siano importanti carenze nell'organizzazione degli aiuti, oggettivamente ostacolata dalle condizioni pessime del territorio. Sono 118 le comunità totalmente isolate, in cui migliaia di persone da quattro o cinque giorni sopravvivono in condizioni disperate, e nelle quali vi è un serio rischio di malattie epidemiche e di morti per fame.Nessuna notizia, per ora, dalle altre realtà a noi care, il missionario torinese Piero Nota della "Colonia El Limón" della Capitale, e la Comunità "Ak Tenamit" del Rio Dulce (Izabal, Costa atlantica).Il quotidiano "Prensa Libre" di oggi, mentre lancia - nel suo editoriale - un appello perchè la solidarietà non venga meno, scrive: "Senza dubbio, ci saranno molti cuori disposti ad aprirsi per dare conforto alle vittime, ma nella complessità dell'emergenza, non hanno incontrato lo strumento giusto per farlo"

Segnala su: Facebook LinkedIn Xing FrienFeed Twitter Thumblr Google Bookmarks Google Buzz Technorati