PIU' OMBRE CHE LUCI NEL VIAGGIO DI BUSH IN GUATEMALA

21 marzo 2007

Il recente viaggio in America Latina del Presidente degli Stati Uniti è stato caratterizzato ovunque da manifestazioni di dissenso di vasti settori dell'opinione pubblica nei confronti della politica nordamericana, nonchè di pressione nei confronti dei governi perchè rivendichino agli U.S.A. comportamenti quanto meno "più corretti" nella politica estera continentale.
In Guatemala il viaggio di Bush è durato solo 23 ore, ma i suoi echi hanno tenuto banco sugli organi d'informazione per molti giorni, sia prima che dopo la presenza fisica nel Paese del Presidente.
Tutti i principali commentatori hanno fatto notare come, nonostante nei colloqui con il presidente Berger siano stati affrontati (meglio sarebbe dire "accennati") i temi più spinosi, nella fattispecie quello della politica dell'immigrazione, nessuna decisione significativa è stata presa almeno per mettere un freno all'ondata di espulsioni selvagge che caratterizzano il momento presente.
Infatti, sta succedendo che negli Stati Uniti si è aperta già da qualche anno (ma con un'impennata particolare negli ultimi tempi) una vera e propia caccia agli immigrati irregolari, che non guarda in faccia a nessuno, tanto da arrivare al punto di separare famiglie già formate e lasciare pressochè abbandonati a sè stessi bambini anche piccoli.
La Chiesa Cattolica e numerose Associazioni per i diritti umani, sia negli Stati Uniti, sia in Guatemala (e negli altri paesi interessati) hanno organizzato diversi momenti di protesta e di manifestazione su questi temi.
In Guatemala, fortunatamente, non vi sono stati gravi incidenti. Ma le proteste non sono mancate. Organismi ecclesiali, sindacali e indigeni hanno criticato fortemente il viaggio di Bush, accusando anche gli Stati Uniti di una vera e propria violazione della sovranità territoriale, dal momento che i servizi di sicurezza americani, prima e durante il periodo della visita, hanno agito indisturbati in territorio guatemalteco, operando fermi e stabilendo le "regole di sicurezza" che ritenevano opportune.
Ed anche se il Presidente guatemalteco Berger considera assai positivi i risultati della visita, l'opinione dei commentatori sulla reale possibilità che qualcosa possa cambiare, nei rapporti con gli U.S.A., a beneficio del popolo guatemalteco, sono prevalentemente improntati al pessimismo più fosco.

Segnala su: Facebook LinkedIn Xing FrienFeed Twitter Thumblr Google Bookmarks Google Buzz Technorati