REKKO 7, 8,....9,..............

21 marzo 2007

Ravenna, 21 marzo-
Pochi giorni orsono è rientrato a casa il gruppo di volontari della missione medico-chirurgica degli "Amici di Rekko 7" di Ravenna, che da vari anni svolge la propria attività al "Centro de Ayuda Sanitaria Rekko 7" di San Pedro Yepocapa.
I componenti della spedizione appena conclusasi erano Pippo Tadolini, ginecologo dell'Ospedale di Ravenna e presidente dell'Associazione, "veterano" delle missioni a Yepocapa; Manuela Giottoli, infermiera; Angela Denti, infermiera; Cinzia Foschini, logista; Andrea Ferradino, medico anestesista; Giuseppe Antonio Longo, ginecologo bolognese.
Come da tradizione ormai consolidata, l'impegno del gruppo ravennate si è caratterizzato soprattutto sul fronte delle attività chirurgiche. Quest'anno, la presenza di due ginecologi ha orientato la scelta verso una consistente prestazione di operazioni ginecologiche, che fra l'altro nella popolazione guatemalteca costituiscono una vera priorità.
Infatti l'altissimo numero di parti e lo stile di vita, caratterizzato da lavori particolarmente pesanti rendono la donna indigena assai soggetta a contrarre particolari patologie ginecologiche, quali il prolasso genitale e l'incontinenza urinaria. Ed infatti la maggior parte degli interventi ha riguardato proprio questo specifico settore, anche utilizzando metodiche, soprattutto per la cura dell'incontinenza urinaria da sforzo, particolarmente innovative e ancora pressochè sconosciute in Guatemala.
Sono poi stati eseguiti molti altri interventi, finalizzati al trattamento delle più comuni patologie ginecologiche d'interesse chirurgico, la cui risoluzione, nelle malmesse strutture sanitarie guatemalteche, non è sempre affrontabile, quanto meno in tempi accettabili. E sono state eseguite anche alcune operazioni di chirurgia generale, grazie alla collaborazione di un chirurgo guatemalteco, il dr. Gustavo Palencia, che si spera possa anche in futuro dare il suo contributo alle attiviyà del "Rekko 7".
Ma al di là delle note "tecniche", che solo per alcuni dei nostri sostenitori potranno essere particolarmente interessanti, l'impressione di fondo è che ancora per moltissimo tempo le attività di "Rekko 7" saranno particolarmente preziose per la zona di Yepocapa (e non solo), dal momento che la situazione sanitaria del Guatemala continua ad essere estremamente precaria, sia per oggettive condizioni economich generali, sia per l'incapacità della classe politica e dirigenziale di compiere delle scelte orientate a risollevare lo stato degli ospedali e delle altre strutture di salute.
E questo non solo in luoghi "sperduti" dell'altipiano, come Yepocapa, ma anche in prossimità delle città, dove - nonostante il giro di denaro sicuramente maggiore, collegato al turismo e ad altre attività economiche - i processi di emarginazione e di esclusione sociale non si stanno affatto attenuando, e in molti casi - anzi - sembrano peggiorare, e producono effetti devastanti in termini di violenza, traffico di droga, malattie, denutrizione.
Quindi l'impegno di "Rekko 7" continua e continuerà, e probabilmente vedrà una progressiva crescita negli anni futuri, non solo nel settore chirurgico, ma in quasi tutte le branche specialistiche ad opera dei volontari che vi si recano dall'Italia, e anche nei tradizionali campi della prevenzione infantile e della reintegrazione nutrizionale, che coinvolge un gran numero di bambini delle scuole elementari.
Ma la novità più significativa di quest'anno è che sta per vedere la luce una "struttura sorella", che si chiamerà naturalmente "REKKO 8", e che sorgerà alla periferia di Antigua Guatemala. Avrà come sua utenza la popolazione del circondario di Antigua e dei comuni limitrofi, classiche situazioni - come si diceva - dove si concentra una composizione sociale di particolare povertà ai margini di una città, in certo qual modo "benestante" grazie ai proventi del turismo e in generale della notorietà artistico-culturale, proventi che però finiscono spesso in tasche straniere.
Fra l'altro la notevole raggiungibilità della zona dove sorgerà "Rekko 8", probabilmente renderà più facile il reclutamento di personale volontario, sanitario e non. E questo potrebbe divenire un collettore di forze da utilizzare, secondo dei criteri di rotazione, anche per sostenere le attività di "Rekko 7", soprattutto nei periodi di lavoro maggiormente gravoso. Insomma, è una scommessa da giocare su più fronti e con un impegno rinnovato per il futuro.
E poi c'è dell'altro. Insistendo nello spirito che caratterizza la nostra Associazione, che vuole i nostri sforzi diretti non solo sulle attività strettamente collegate al "Rekko 7" (e a questo punto anche "Rekko 8"), ma più in generale su varie realtà operanti in Guatemala, i nostri volontari hanno avviato, o approfondito, contatti particolarmente interessanti con situazioni in cui anche piccoli aiuti economici, materiali e professionali (così come anche il sostegno morale e psicologico) costituiscono preziose "gocce nel mare", che non bisognerà far mancare.
Ci riferiamo alle attività di Padre Piero Nota, parroco di "El Limòn", quartiere periferico della capitale, una situazione in cui il degrado sociale e la violenza quotidiana trovano almeno un piccolo contrasto nelle attività che la parrocchia svolge nel settore delle mense popolari per bambini e della formazione professionale dei ragazzi. Ci riferiamo ad un contatto preso con un "Proyecto Infantil" di Santiago Atitlan, dove si cerca di sostenere la microeconomia nel settore artigianale di un gruppo di ragazzi, in una zona estremamente provata dallo spaventoso disastro ambientale di nemmeno due anni fa, quando l'uragano Stan fece oltre mille morti, più di centomila senza tetto e immani distruzioni di case, strade e infrastrutture. E ci riferiamo anche alla "clinica" della Comunità indigena Ak-Tenamit nella zona di Livingston, nel Rio Dulce, dove una sola eroica infermiera, di nome Maria, coadiuvata da un pugno di volontari, deve prendersi cura di 41 piccoli villaggi, sparsi lungo il fiume e raggiungibili solo in barca, nella totale carenza di strutture, farmaci, materiali e personale ausiliario.
Insomma, senza volerci illudere di ribaltare con le nostre iniziative la situazione guatemalteca, riteniamo che l'impegno cui siamo chiamati dovrà svolgersi su molti fronti. Naturalmente non vogliamo compiere passi più lunghi delle nostre modeste gambe, nè tanto meno ipotizzare un'estensione dei vari possibili"Rekko" all'infinito. Tuttavia vorremmo tanto che la nostra presenza potesse, di qui a un futuro non lontanissimo, diventare un aiuto, un supporto e un conforto stabile e continuativo per quanti più guatemaltechi possibile.
E in questo contiamo sulla sensibilità, l'impegno e la generosità di quanti ci sostengono.

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