EMERGENZA SANITARIA IN GUATEMALA. CONTRIBUTI EUROPEI ALLA RICOSTRUZIONE

12 ottobre 2005

Mentre continuano ad esserci enormi difficoltà di soccorso a causa delle difficilissime condizioni delle vie di comunicazione, scatta l'emergenza sanitaria, dovuta sia alla distruzione di gran parte delle strutture sanitarie, sia al pericolo di epidemie. Tonnellate di rifiuti ingombrano il terreno in molti villaggi, con particolare gravità nel distretto di Retahuleu, dove le forze dell'ordine hanno dovuto predisporre veri e propri cordoni sanitari.
Nelle province di Escuintla e Suchitepequez si segnala un alto rischio per epidemie di malaria e di dengue, mentre in tutto il Paese imperversano forme di diarrea e di malattie cutanee.
Gli approvvigionamenti di farmaci sono precari e vi è una grande necessità di antibiotici, antiflogistici, sciroppi per la tosse, creme antimicotiche, collirii disinfettanti, materiale per medicazione.
Nei centri di raccolta, si stanno esaurendo le disponibilità di generi alimentari, abiti e coperte. Frattanto le comunità e le scuole fanno presente un particolare bisogno di psicologi che aiutino soprattutto i bambini a superare gli effetti del terribile stress di questi giorni.
L'aiuto internazionale comincia a prendere forma. La Comunità Europea, rispondendo all'appello delle Nazioni Unite, si appresta a destinare due milioni di euro. Nel frattempo la sola Svezia, però, ha già stanziato 4 milioni e mezzo di euro, la Spagna un milione e centomila. L'Italia, come in altre occasioni, non brilla per generosità istituzionale, promettendo lo stanziamento di 200mila euro (venti volte meno della Svezia !).
Delegati campesinos provenienti da ventiquattro paesi dell'America Latina, oggi hanno reso omaggio in Piazza della Costituzione, a Ciudad de Guatemala, alle vittime del disastro. Il Premio Nobel per la Pace Rigoberta Menchù si è recata in visita a Panabaj, frazione di Santiago Atitlàn (Distretto di Sololà), una delle zone che hanno pagato i prezzi più alti in termini di vittime. In questa zona un'enorme slavina ha fatto più di settanta morti, ma il bilancio potrebbe tragicamente peggiorar, dal momento che in questa zona mancano all'appello quasi mille persone.La nostra equipe ravennate, che doveva recarsi a Yepocapa il 23 ottobre per la seconda missione chirurgica dell'anno in corso, si è vista costretta ad annullare la partenza, a causa delle condizioni disastrose delle vie di comunicazione, che al momento non consentirebbero neppure di raggiungere la meta. L'Associazione, però, sta valutando l'ipotesi di inviare - appena sarà ripristinato un minimo di possibilità di passare - un gruppo di volontari con materiali di prima necessità e medicamenti.

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